In un mondo in costante trasformazione, dove le competenze richieste mutano rapidamente e l’apprendimento continuo è diventato una necessità, la mentalità di crescita rappresenta una delle competenze trasversali più importanti da coltivare lungo tutto l’arco della vita scolastica.
Introdotto dalla psicologa Carol Dweck, il concetto di growth mindset descrive la convinzione che le capacità personali non siano innate e fisse, ma possano essere sviluppate attraverso l’impegno, la costanza, le strategie adeguate e il supporto degli altri.
Come afferma Dweck stessa:
“Il talento e l’intelligenza possono iniziare il percorso, ma è l’impegno che porta lontano”.
Una soft skill per tutti: studenti e docenti
Questa mentalità non è solo un atteggiamento positivo: è una vera e propria competenza, una soft skill che fa parte dell’area “imparare a imparare”, ovvero quella capacità di affrontare nuovi apprendimenti in modo consapevole, strategico e autonomo.
Svilupparla è fondamentale per gli studenti, ma lo è altrettanto per i docenti, che devono favorirne la crescita attraverso un ambiente educativo aperto all’errore, centrato sul processo e non solo sul risultato.
Dai primi anni fino all’adolescenza
Fin dai primi anni, durante la scuola dell’infanzia, i bambini iniziano a costruire un’immagine di sé come apprendenti. In questa fase, è fondamentale valorizzare la curiosità, il gioco esplorativo e il linguaggio che incoraggia (“Hai fatto uno sforzo!” – “Hai trovato un nuovo modo per farlo!”). È in questi piccoli scambi quotidiani che si gettano le basi di una mentalità orientata al miglioramento.
Alla scuola primaria, i bambini si confrontano più direttamente con l’idea di successo e insuccesso. L’atteggiamento dell’insegnante può fare la differenza: riconoscere l’impegno più che il risultato, accogliere l’errore come parte del percorso, stimolare la riflessione sui metodi di apprendimento, sono tutte strategie che rafforzano la convinzione che si possa sempre migliorare.
Durante la scuola secondaria di primo grado, i ragazzi vivono una fase in cui il giudizio degli altri assume più peso. Qui la mentalità di crescita aiuta a non considerare le difficoltà come fallimenti definitivi, ma come tappe inevitabili del cammino. L’adolescente che ha interiorizzato questa visione sarà più disposto a provare, mettersi in gioco e non arrendersi.
Nella scuola secondaria di secondo grado, questa competenza assume un ruolo ancora più centrale: l’ingresso nel mondo del lavoro o dell’università richiede adattabilità, autonomia decisionale e spirito d’iniziativa. Uno studente abituato a imparare dagli errori e riflettere sui propri processi cognitivi sarà meglio equipaggiato per affrontare contesti nuovi e complessi.
Il ruolo della scuola e dei docenti
Naturalmente, questa competenza non si sviluppa da sola. È compito della scuola – e in particolare dei docenti – creare le condizioni per farla crescere. Gli insegnanti sono modelli viventi di mentalità: se credono nel potenziale degli studenti, se dichiarano di essere essi stessi in continua evoluzione, se si correggono con umiltà e trasparenza, trasmettono un messaggio potente.
Come ricorda Rita Pierson, educatrice americana:
“Ogni bambino ha bisogno di un campione: un adulto che non si arrenda mai con lui, che capisca il potere della connessione e insista affinché diventi il meglio di sé”.
Metodologie e strumenti per coltivare la mentalità di crescita
Le metodologie didattiche più efficaci per sviluppare la mentalità di crescita sono quelle che:
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mettono al centro il processo;
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valorizzano la riflessione;
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creano un contesto sicuro per sbagliare.
Tra queste troviamo:
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il feedback formativo, che orienta allo sviluppo piuttosto che al giudizio;
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la didattica metacognitiva, che spinge lo studente a interrogarsi sul come apprende;
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l’apprendimento cooperativo e per progetti, che stimola la responsabilità condivisa e la risoluzione di problemi reali;
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lo storytelling, i giochi di ruolo e gli esempi di persone che hanno raggiunto risultati grazie all’impegno.
Ostacoli e soluzioni
Tuttavia, permangono ostacoli culturali e strutturali. In molte scuole persiste una cultura del voto, della prestazione, del confronto continuo, che rafforza una mentalità fissa: chi è bravo lo è per natura, chi non riesce “non è portato”.
I maggiori ostacoli sono:
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paura dell’errore;
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ansia da prestazione;
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aspettative rigide.
I principali facilitatori invece sono:
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un clima scolastico positivo e non giudicante;
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una valutazione intelligente e formativa;
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l’alleanza tra docenti e famiglie;
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una scuola che riconosca il valore delle competenze trasversali.
Un insegnamento che dura per sempre
Insegnare la mentalità di crescita non significa solo aiutare a “andare meglio a scuola”, ma educare a credere nel proprio potenziale, ad affrontare ciò che non si sa ancora fare, a vivere l’apprendimento come un processo continuo.
È un insegnamento che dura tutta la vita.
Come scrive ancora Carol Dweck:
“I bambini con una mentalità di crescita capiscono che il cervello è un muscolo che si rafforza con l’uso”.
E forse è proprio questa la lezione più importante che possiamo offrire ai nostri studenti:
che si può sempre crescere.